IN BARCA CON AMBROGIO BECCARIA ALLE ANTILLE: ONDE, PASTA AL PESTO E PENTOLE BASCULANTI. "QUI SONO PETER PAN"

Metti sulla stessa barca un uomo che prende due pasticche di Dimenidrinato contro il mal di mare, e un navigatore che ha affrontato la Rotta del Rum, rimanendo insonne per notti intere in mezzo alla tempesta. Prova a immaginare esiti disastrosi, per scoprire invece che l’uomo che rappresenta tutti gli appassionati di terraferma se la cava, e a un certo punto si addormenta mentre la barca sfreccia sulle acque di Guadalupa. Nasce così Solitario ma non troppo, in anteprima con la seconda puntata su Sky Sport Uno sabato 27 maggio alle 18.15. Con uno sfondo magico, le foreste tropicali e le coste attorno a Pointe-à-Pitre, e due protagonisti: Michele Masneri, giornalista e scrittore bresciano, e lo skipper che a soli trentuno anni fa sempre più parlare di sé su una barca gioiello come Alla Grande Pirelli: Ambrogio Beccaria, milanese che più milanese non si può (Porta Genova), le radici meneghine stampate anche nel nome e l'anima perfettamente a suo agio in mezzo alla foresta delle Antille.

Solitario. Selvaggio. “Ambrogio vive come uno studente fuorisede, un Erasmus” racconta Masneri con l’occhio dello scrittore di reportage quando entra nella casa dello skipper, dando una forma a tutto quel che non sappiamo quando in Europa arrivano notizie e tweet sulle imprese dei navigatori solitari. Il curriculum è impressionante: prima regata a 13 anni; primo italiano a vincere la Mini-Transat, che attraversa l'Oceano Atlantico a bordo di barche di piccole dimensioni; secondo classificato alla Rotta del Rum nelle Class40 a cui appartiene Alla Grande Pirelli. Sì, ma il resto? “Lui non risponde a nessuno al telefono quando è a terra, ma a bordo è un’altra storia” continua Masneri. “Ambrogio è un ragazzo milanese che fa una vita assurda, nella foresta o su una barca di 10 metri. Ha trasferito la sua camera dei giochi in mare, però non è un ribelle in fuga, è molto razionale come l’ingegnere nautico che è diventato studiando”.

C’è una scena di Solitario ma non troppo in cui una pentola a pressione rischia di ustionare il giornalista. Un dietro le quinte della regata che si aggiunge ai tanti dettagli a bordo come i cibi liofilizzati, l’alimentazione tarata sulle 3000 calorie al giorno, le barrette, i sughi pronti, la pasta al pesto, ma soprattutto la pentola a pressione basculante inventata da Beccaria per cucinare le sue pietanze preferite anche nel mare grosso. Poi l’equilibrio in barca, “bisogna spostare i pesi quando arrivano gli alisei e la barca sbanda” spiega il navigatore, che dalla sapienza nautica a un certo punto sconfina nella poesia pura: “Nessuno nella vita di oggi può permettersi di fissare per ore le nuvole”. Come fa lui, che studia nubi e altezza delle isole per impostare la strategia, e con questa miscela quasi esoterica ha convinto Pirelli a credere in lui e creare la barca-gioiello, di cui il brand è main e lead sponsor. “Lui abbina razionalità e sentimento" spiega Maurizio Abet, direttore della comunicazione e del brand di Pirelli. "È un ingegnere e un comunicatore di talento, capace di fondere contenuto tecnico e leggerezza. Spiega il meteo raccontando che ha la fortuna di fare un mestiere in cui può passare ore a guardare le nuvole. Con lui siamo stati in sintonia dall’inizio, da quando è venuto nel maggio 2021 solamente con un sogno scritto su un pezzo di carta. Ha  una passione contagiosa, la stessa che ci contraddistingue in F1, nello sci, su Luna Rossa: controllare la potenza è il nostro mondo e lui è un ambasciatore perfetto del nostro brand”.

Quanto si capisce della reale vita su una barca così performante? “È difficile condividere certe avventure” spiega Beccaria, “c’è una parte estrema in cui non possiamo permettercelo”. Per certe situazioni non ci sono video possibili, ma solo parole di chi vive nel centro della tempesta: “Ma la vela ti insegna che quando non hai paura stai per fare un grosso errore: sono stressato quando c’è meno vento, gli incidenti più gravi arrivano se sei rilassato, mentre per il mare grosso sei pronto”. Ma intanto in Solitario ma non troppo si sfiora appena l’abisso, e i due protagonisti diventano quasi “normali”, grazie alla presenza di un marinaio che marinaio non è. In fondo, tutto diventa semplice quando Ambrogio spiega perché fa questa vita: “Ho trovato il mio posto nel mondo, e un rapporto col lato selvaggio che abitava dentro di me. Qui io posso rimanere Peter Pan”.

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